Cresco e mi rendo conto che l’inchiostro delle mie penne sostituiscono i suoni delle mie parole. Sempre più, l’inchiostro non è voce, non è suono: è segno.
È il tentativo di fermare qualcosa che diventa significato per me e per il mondo.
Anche Dio, nella Scrittura, usa questa immagine.
Dice per bocca del profeta Geremia: “Scriverò la mia legge nei loro cuori” (Ger 31,33). Non su pietra. Non su carta. Ma dentro.
L’inchiostro scende dall’alto, e non riferisco solo alla forza di gravità.